Facebook, Instagram stories e stress virtuale – parte1
Oggi ci sono le mail, c’è WhatsAspp, ci sono i vecchi sms, c’è Facebook, Twitter, Instagram, altro … Come essere connessi nel web senza stress, e senza esserne vittime?
Una volta era il telefono. Costoso per chiamate extraurbane, impossibile per lunghe conversazioni internazionali. Si scriveva con penna e carta, c’era attesa tra uno scritto e la sicurezza che fosse letto.. in casi estremi, telegramma.
C’era la pazienza, oggi le notifiche di tutte le App possibili. Che AUTORIZZIAMO. E le notifiche sono contemporanee, costanti. E non possiamo ignorarle, ormai è “passato” il concetto di connessioni 24/24, e se non diamo “riscontro”, in ufficio penseranno sia lavativo, la mia amica penserà che la evito, metto il like o penseranno non sia d’accordo/non mi piaccia, etc..
Ed ecco lo stress, la sensazione di fatica e nervi a fior di pelle per tutte le interazioni che “dobbiamo” avere. Troppe suggestioni tra cui scegliere, nel poco tempo che abbiamo, cosa leggere, cosa guardare. Scegliere cosa togliere. Una quasi patologia cui hanno dato un nome (FOMO: fear of missing out) cioè terrore di perdere un contatto “sociale”. Questa fatica ha diversi volti e cause, tra cui il fatto di dare lo stesso significato/importanza a un contatto web e ad uno in persona. Non si valuta che quando il rapporto è mediato dal web, non possiamo sapere perché non arriva riscontro, o che tono ha la risposta veloce e sgrammaticata.. tendiamo a interpretare i contenuti NON verbali che daremmo in persona. Solo che in questo caso non vediamo il sorriso o la noia negli occhi dell’altro. La immaginiamo solo. E l’assurdo è che reagiamo a questa interpretazione, e non al messaggio in sé.
Per sopravvivere a questa pressione costante è necessario un “semplice” approccio differente alla mancata “spunta blu” del messaggio ricevuto, o alla mancata risposta immediata: astenersi dall’assegnare significati assoluti a silenzi, notifiche e semplicemente aspettare il passaggio successivo. Reggere la tensione per capire meglio il messaggio e scegliere poi quello che è meglio per se. Sapere aspettare. Avere PAZIENZA.
Un altro elemento da considerare è che la tecnologia plasma il modo di percepire la realtà, in molti casi seleziona automaticamente le notizie e i prodotti che ci propone in funzione dei dati di gradimento che ha raccolto dalle ricerche web che abbiamo fatto, dai nostri like su Facebook, dal tempo di permanenza sulle notizie del quotidiano online che abbiamo sfogliato.
Tutto questo è un tema caldo per ogni individuo, e che sta portando a una normativa (come successo in Francia nel 2017) che assicura un diritto del lavoratore al tempo libero, alla “sconnessione” per limitare le mail fuori orario o altre attività legate a comunicazioni immediate e invasive.
(riflessioni su stimolo di viaggi quotidiani in tram)