Neuroscienza e cervello che elabora dati
ma che dati scegliamo di elaborare?
C’è chi dice che una parte del cervello (della cui attività NON siamo consapevoli) possa elaborare 14 Milioni di Bit al secondo contro i 18 Bit/sec della parte consapevole (Gray nel 2002), chi dice che siano 40 i milioni di Bit/sec elaborati inconsciamente contro i 40 Bit/sec consapevoli (Lipton nel 2009).
Comunque la mettiamo, la parte inconsapevole è valutata un milione di volte più potente. Una potenza di calcolo che possiamo esprimere in modo molto simile a quella usata per i computer.
E sono dati che il nostro organismo valuta e gestisce con azioni automatiche, dati che “entrano nel data-base” tramite i nostri sensi, odori, colori e forme, suoni, gusto, con il tatto…
Di fatto, anche se molto riduttivo, possiamo iniziare a considerare quante funzioni di controllo esercitiamo in modo automatico guidando la macchina in città.
Valutiamo la strumentazione di bordo, velocità, cartelli stradali, segnalazione di cambio direzione, ambiente circostante, semafori, ombre, pedoni e ciclisti, fari, il tutto davanti, di fianco e dietro a noi, scegliamo la strada per casa, e chi più ne ha ne metta.
Tutte informazioni che raccogliamo ed elaboriamo per garantire la nostra sopravvivenza MENTRE facciamo ciò che vogliamo.
Poi consapevolmente ascoltiamo la radio, pensiamo all’appuntamento che seguuirà, parliamo con chi ci accompagna.
Da tutto ciò nasce una considerazione
Quanto sottovalutiamo la parte di noi che raccoglie dati, quanto diamo per scontato la rete di “sensori” che istruisce i 14…40 milioni di bit che ci guidano per il mondo garantendo la nostra sopravvivenza?
Quanto sottovalutiamo la potenza di queste informazioni, e come possiamo utilizzare la rete di Data-entry (i nostri sensi) per meglio far funzionare il potente processore che abbiamo come dotazione naturale, e a cui raramente o mai offriamo manutenzione?
Una buona notizia
In realtà possiamo scegliere la priorità da dare alle informazioni su cui la parte inconscia elabora in automatico le azioni più efficaci. E se le scegliamo bene, saranno le azioni più funzionali a dove vogliamo andare.
Ma per far questo ci vuole allenamento, perché prima di diventare “automatica”, la guida come tante altre nostre attività (la scrittura e la lettura, parlare e cucinare, nuotare e lavorare professionalmente) richiede ripetizione di azioni e attenzione su ciò che è corretto e funzionale allo scopo.. quello che vogliamo.
Come farlo?
Se sei interessato, parliamone!