Leadership e millenials oggi – 2

Generazioni a confronto.

Il rapporto con i Millenials richiedono aggiornamenti nelle Leadership consolidate nei decenni scorsi.

Essere un Manager oggi richiede attenzione verso il mondo che è ormai già cambiato, e questa sensibilità va affinata, l’attenzione alle nuove generazioni deve esser massima: nel giro di 20 anni saranno loro a muovere le aziende.

Come sono i veri Leader (di ieri) oggi?

I veri leader sono capaci di portare con sé i membri del proprio team e aiutarli a integrarsi tra di loro e con i colleghi delle diverse funzioni. Questo avviene solo se i leader stabiliscono un rapporto di fiducia e di rispetto con le proprie persone, se accorciano la distanza gerarchica e dimostrano di valutare anche idee e opinioni diverse dalle proprie.

In questo modo si crea un’organizzazione flessibile nell’ambiente estremamente instabile e non lineare quale è il contesto lavorativo generale contemporaneo.

I Millenials vogliono feedback

I Millennials sono abituati ad un feedback istantaneo, cercano “like”, in tutti gli ambiti della loro vita, incluso quello lavorativo. Richiedono costantemente segnali di attenzione e vogliono riscontri quando viene loro richiesto di svolgere un’attività o se viene loro assegnato un compito.

Il feedback, per i Millennials, non è scomodo, bensì fortemente desiderato. Vogliono conoscere le loro aree di miglioramento e, innanzitutto, in cosa sono bravi e in quali ambiti possono mettere a frutto il proprio potenziale, sviluppandolo.

 

Lo stile alla “Paolo Villaggio” è totalmente superato, in quanto oggi, a differenza di ieri, una comunicazione diretta, aperta e trasparente può migliorare le nostre relazioni piuttosto che distruggerle. Differentemente dalle generazioni passate, non hanno timore reverenziale nei confronti dei loro capi, dell’autorità o delle persone più grandi e più esperte.

Sicuramente oggi è più difficile attrarre e trattenere in azienda giovani con talento, motivazione e ambizione come i Millennials. Per questa generazione i singoli lavori rappresentano semplicemente dei trampolini verso un auto-miglioramento continuo. Trattenere un Millennial significa creare una relazione di forte attaccamento all’azienda, al capo e ai colleghi, e il manager ha il compito di instaurare questo rapporto.

Pertanto, oggi è necessario un nuovo stile di leadershipuna leadership positiva e propositiva, intesa come capacità di scegliere, sostenere e sviluppare il buono piuttosto che limitarsi a criticare e correggere ciò che non funziona nelle persone o nelle procedure.

La leadership positiva

Attenzione però: non si tratta di uno stile «buonista», basato su un ottimismo irrealistico che nega o evita gli aspetti negativi e disfunzionali dell’azienda o delle attività delle proprie persone. In realtà, coinvolgere e appassionare i Millennials agli obiettivi aziendali è possibile puntando sulle loro forze e potenzialità, dando fiducia e autonomia.

La leadership positiva non sostituisce la padronanza delle competenze necessarie per una buona gestione aziendale (strategia e obiettivi, l’assessment dei propri collaboratori e feedback ecc.), ma piuttosto aggiunge una visione positiva delle persone e un approccio diverso alle soluzioni dei problemi. La stessa immagine del leader è «positiva», nel senso che raccoglie una visione costruttiva, ottimismo e sincerità e integrità intellettuale ed etica.

E’ perciò necessaria un’idea diversa di leadership, la revisione della cultura del comando e controllo. Il punto tuttavia è sempre di sapere come applicare in modo differente questi temi, al di là dell’iniziativa individuale, del buon senso, dello stile di management preferito.

I nuovi strumenti: le storie, il dialogo, le chat e i social

Per produrre un effetto concreto nell’organizzazione senza stravolgerla è necessario dare/avere strumenti. Iniziando da strumenti di comunicazione: stop a PPT e utilizzo di narrative/storie/word.. e whatsapp.

Dal punto di vista del Team, l’apertura, la condivisione di nuove conoscenze è uno stimolo alla partecipazione e alla condivisione di competenze.. Ho uno strumento? Se lo so usare sono più potente, ho più fiducia in me stesso, posso fidarmi del fatto che sarò in grado di gestire la situazione. E crescerò.

Il risultato? I “capi” si stupiscono di non dover “motivare le persone” per farle lavorare bene.

In definitiva tutti, team leaders e singole persone del team, devono fidarsi di coloro con i quali lavorano e che a loro volta acquisiscono man mano leadership.

Le nuove competenze da Manager oggi,

Riassumendo:

  1. Dare fiducia (a chi la vuol prendere)
  2. Conoscenze e strumenti distribuiscono leadership (a tutti!), cambiano il modo di vedere il mondo, cambiano le abitudini, spingono le persone a muoversi.
  3. Il capo è un mentore (e fa tre cose: insegna, insegna, insegna)
  4. Il capo non risolve i problemi, li fa risolvere
  5. ma accettare che .. non tutti vogliono prendersi la leadership
  6. anche se tutti, proprio tutti, hanno qualcosa da dare.

Come fare nel dettaglio.. al prossimo capitolo.

e i precedenti  qui