Provengo da una famiglia con forte connotazione scientifica, papà fisico e mamma matematica, zii anche loro equamente distribuiti fra l’ingegneria la biologia, varie ed eventuali.

Ho sempre avuto una grande passione per le materie umanistiche, la storia e la psicologia, la pittura, la fotografia e la musica (che vede nel pianoforte, nel jazz e nella classica le mie preferenze, senza dimenticare i favolosi anni 70), e poi viaggiare…

Come spesso capitava in quegli anni, la mia storia professionale si sviluppava però su altri binari, in modo conforme alle aspettative familiari: formazione scientifica, qualche anno in Politecnico, in seguito alla quale ho lavorato e poi condotto una azienda familiare dal 1980 al 2009.

Chiaramente la gestione di una società per così lungo tempo è stata un’esperienza dalle tante sfaccettature, molto varia e interessante, stimolante.

E sul campo scoprivo come funziona e NON funziona il cambio generazionale, i rapporti e la gestione di clienti e fornitori spesso difficili, la relazione con le persone singole, pari e non, la gestione di gruppi di lavoro, nonché le tematiche relative alle comunicazioni interne, proprie di una media azienda di famiglia.

In parallelo, portavo avanti i miei interessi di sempre che sviluppavo nella scoperta di come siamo e come funzioniamo, della struttura della personalità e delle dinamiche di relazione: la mia ricerca personale, iniziata alla fine degli anni ’80 mi conduceva infatti dal 2000 ad oggi a operare nell’ambito della performance personale e professionale, lasciando alla parola performance tutti i significati che ogni persona vi riconosce: fare bene una torta, trovare un lavoro, avere un rapporto felice in coppia o in famiglia,  gestire una trattativa professionale importante che sia. Con l’approccio “scientificoscientifico, umnanistico ed imprenditoriale” che mi distingue.

Come vi sono giunta?